Tito Maniacco a dieci anni dalla sua morte

mercoledì 22 gennaio 2020 ore 18.00 Udine - Biblioteca Civica "V. Joppi" - Sezione Moderna - Sala Corgnali - Riva Bartolini 5
Mercoledì 22 gennaio 2020, alle ore 18.00, per il ciclo “Dialoghi in Biblioteca” organizzati dalla Biblioteca Civica “V. Joppi” presso Sala Corgnali di Riva Bartolini 5, sarà presentato il poemetto:

Viaggio di Herr Walther von der Vogelweide nella Patria del Friuli,

ospite del Signore Patriarca Wolfger di Ellenbrechtskirken in Civitate Austriae

di Tito Maniacco
edito l'anno scorso a Udine da Kappa Vu.

Intervengono Marina Giovannelli, Alessandra Kersevan e Paolo Medeossi. Musiche e canto di Alessio Velliscig.

Dopo aver pubblicato I Senza storia e La storia del Friuli, nell’inverno del 1986 Tito Maniacco aveva ancora vivido nella mente tutto il materiale storico-geografico-antropologico relativo al Friuli che l’aveva impegnato nel precedente decennio. La sua vocazione di poeta si fondeva col desiderio di continuare a occuparsi del territorio, così, complice la musica dei trovatori di un vecchio disco, iniziò a comporre quella che poi chiamò “una sorta di ballata”. Nel maggio del 1988 presentò al pubblico il suo poemetto dal titolo chilometrico: Viaggio di Herr Walther von der Vogelweide nella Patria del Friuli, ospite del Signore Patriarca Wolfger di Ellenbrechtskirchen, in Civitate Austriae. Seguendo l’ipotesi immaginaria ma plausibile di una visita del più famoso dei minnesänger al Patriarca di Aquileia (siamo nei primi anni del XIII secolo), Maniacco segue il percorso che da Villach, attraverso Tarvisio, Pontebba, Venzone, Tarcento, conduce il cantore alla sua meta, la corte patriarcale di Cividale. Il tema canonico del ‘viaggio’, da intendersi in senso proprio e metaforico, gli consente di raccontare l’ambiente: rare città, isolati castelli e grandi boschi di querce e castagni, e di fare considerazioni sulla triste sorte dei contadini che faticano nelle poche aree coltivabili. Incontra persone d’ogni tipo, dai briganti della foresta alle dame dirette a raggiungere i promessi sposi nei castelli disseminati nel territorio, ai soldati al servizio dei castellani, ma anche si imbatte in figure misteriose che popolano l’immaginario folclorico friulano. Sono a volte le agane, a volte un salvan, altre un maçarot o una strie, tutti inseriti in un contesto di credenze che circolano equamente fra cultura del popolo ed élite dei cantastorie. Non dimentico della sua natura di cavaliere-poeta, Walther/Maniacco canta il suo amore per la dama del cuore (della civiltà cortese) ma anche, con giullaresca allegria, per ogni altra donna che lo affascini, come pure la sua lealtà verso chi (il principe Federico II) apprezzerà il suo talento.

Nella nuova edizione della ballata, impreziosita da acquerelli ideati dallo stesso Maniacco, il viaggio del cantore prende un nuovo avvio, in occasione del decennale della scomparsa dell’intellettuale e poeta che tanto ha dato ai suoi conterranei.
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