Il nostro appuntamento con le “Interviste possibili” oggi ospita la bravissima poetessa e amica Chiara Carminati. Grazie Chiara!
D. Cara Chiara, inizio con una domanda che si può fare solo a una scrittrice: qual è la tua parola preferita?
R: Sceglierne una significherebbe scartare tutte le altre: impossibile! Ogni parola è interessante per la storia che nasconde. Poi ce n'è certe che sono affascinanti anche per come suonano: “poliglotta” o “zagara”, per esempio.
D: Tu sei prima di tutto una poetessa. Quale è stata la primissima poesia che hai scritto e quanti anni avevi?
R: Ho riscoperto la poesia piuttosto tardi, e mi sono messa a scrivere in versi ancora più tardi. Quindi non possiedo una mitica “prima poesia” da venerare come cimelio. Ma se la possedessi penso che la terrei segreta.
D: Esiste una mitologia piuttosto condivisa riguardo l’ispirazione poetica, che va dai poeti romantici che ammirano la natura ai poeti maledetti e i loro fiumi di oppio passando per le poetesse “recluse” in stile Emily Dickinson: secondo te esiste davvero l’ispirazione poetica o la poesia si crea col duro lavoro? O un misto di entrambi?
R: Parafrasando la famosa citazione di Thomas Edison, penso che la poesia (e la scrittura in genere) sia per l'1% ispirazione e per il 99% traspirazione. Senza contare che spesso l'ispirazione si trova camminando, almeno per me, e quindi finisce per essere traspirazione anche quella.
D: Se tu potessi reincarnarti in una poetessa o una romanziera del passato, quale sceglieresti?
R: Ne ammiro molte, ma come direbbero i francesi “je suis bien dans ma peau”.
D: Esiste un verso poetico che rappresenta per te il “verso perfetto”? Quale?
R: Amo l'endecasillabo, danzante e incisivo, che si fissa nella memoria con naturalezza.
D: Se tu potessi scegliere un personaggio di un romanzo come migliore amica, chi sceglieresti?
R: Sceglierei piuttosto quello di un fumetto: la Stefi di Grazia Nidasio.
D: Oscar Wilde una volta disse: “sono stato tutta la mattina per aggiungere una virgola, e nel pomeriggio l’ho tolta”. Ti senti di condividere?
R: Certo. Poi passo anche la serata pensando a cosa fare con la virgola eliminata. Di conseguenza, scrivo molto lentamente.
D: Esiste qualcosa in poesia che veramente non sopporti di leggere?
R: Non sopporto le poesie sulla primavera. A meno che non siano veramente geniali e dicano qualcosa di completamente nuovo - ma sono poche.
D: L’ultima domanda riguarda le biblioteche. Stephen King, ma anche i Peanuts e Calvin and Hobbes, hanno usato biblioteche e bibliotecarie nelle loro storie e spesso la bibliotecaria fa abbastanza paura: e tu hai avuto qualche “fobia da biblioteca”?
R: Sì: di trovarla chiusa.