Giovedì 28 marzo 2024, alle ore 18.00, in Sala Corgnali della Biblioteca Civica "V. Joppi" in riva Bartolini 5 a Udine, per il ciclo dei
Dialoghi in Biblioteca ci sarà la presentazione dell'opera postuma di Geda Jacolutti edita da Raffaelli edizioni:
Il luogo è questo
intervengono Marisa Sestito e Maila D'Aronco letture di Alessandra Pergolese, presentazione dell’autrice a cura di Margherita Piva,
Geda Jacolutti (Cividale 1920-Udine 1989) è stata una straordinaria insegnante e importante intellettuale nel panorama udinese e friulano del secondo dopoguerra. Nel corso degli ultimi anni un gruppo di allievi ed amici ha voluto onorarne la memoria pubblicando una parte della sua produzione artistica. Nel 2015 è stata pubblicata la raccolta completa delle sue poesie e delle sue traduzioni da Marziale nel volume «…Il tempo contratto nel volume di un giorno eterno…». Poesie e traduzioni, a cura di M. Piva e P.C. Ioly Zorattini (Rimini, Raffaelli 2015). A questa nel 2016 si è aggiunta la raccolta inedita "I tarocchi e le donne" pubblicata sull’importante rivista di letteratura, “Paragone” (nn. 123-124-125, febbraio-giugno 2016, pp. 110-118). Infine nel 2018 il romanzo "L’inesperienza del sogno. Notizie dalle lagune", a cura di M. Piva e P.C. Ioly Zorattini, con postfazione di E. Guagnini (Rimini, Raffaelli 2018).
L’ultimo romanzo lasciato inedito da Geda Jacolutti, "Il luogo è questo", è un’opera che, in un certo senso, completa ed integra la sua produzione letteraria precedente e ci offre un ritratto inedito della Jacolutti.
Si tratta un lavoro concepito e steso negli anni Ottanta del Novecento tra Udine e Grado, in cui Geda delinea i suoi rapporti con amicizie e conoscenze per lei significative che ci consentono di approfondire il suo milieu sentimentale ed intellettuale. Mentre infatti "L’inesperienza del sogno" era incentrata sull’universo onirico della Jacolutti e dei suoi rapporti profondi con i genitori, Il luogo è questo attraverso luoghi simbolici ci introduce al mondo degli incontri fondamentali per la vita dell’Autrice.
Il primo capitolo, "Il nuovo mondo", è dedicato a Trieste che, in un certo senso, rappresenta simbolicamente l’alterità dei luoghi che costituirono i topoi dello svolgersi della sua vita, Cividale, Udine e il Friuli. Salisburgo è rappresenta l’inizio della giovinezza dopo la drammatica parentesi della Seconda guerra mondiale. Il protagonista è don Giovanni Casanova, un poliedrico sacerdote, docente, guida ed amico del gruppo di giovani che accompagnava alle manifestazioni del festival musicale finalmente raggiungibile.
L’altra città della musica è Venezia e la Fenice. Il mentore di questa nuova esperienza culturale fu un critico musicale e pianista, residente a Milano, di cui Geda tratta distesamente limitandosi a citarlo con un’iniziale C., senza però rivelarne l’identità. In questo capitolo l’autrice non si sofferma solo sull’eccentrica e snobistica personalità dell’anonimo musicologo, ma ricostruisce felicemente l’ineguagliabile scenografia della Venezia notturna.
Trieste, questo affascinante emporio adriatico, in particolare con la sua componente ebraica, è invece la città che le apre le porte della letteratura. Il protagonista è Giorgio Voghera, scrittore e letterato ebreo, con cui per alcuni anni Geda strinse un rapporto di profonda amicizia frequentandolo non solo a Trieste ma anche a Udine e, durante le sue vacanze, a Grado. Voghera iniziò Geda alla conoscenza articolata della letteratura triestina di cui, secondo lui, i più degni di memoria erano «i grandi vecchi, quasi tutti legati all’ebraismo». Di Voghera Geda coglie in particolare due caratteri: il profondo pessimismo e la radicale onestà etica.
I due capitoli successivi, il quinto e il sesto, sono dedicati a Udine, la città in cui Geda viveva e lavorava e che prediligeva, «una città dolcissima» di stampo veneto, e che incentra nelle figure di due amiche, Giuliana e Marta. Con la prima fu un’amicizia profonda di due donne diverse che durò dagli anni della scuola fino alla morte di Giuliana la quale, tra l’altro, fu tramite della conoscenza e del rapporto con Pier Paolo Pasolini, l’intellettuale che nel primo dopoguerra meglio avvertì le potenzialità culturali del milieu friulano. La seconda amica emblematicamente legata a Udine, è Marta, figura antitetica a quella di Giuliana. Geda ne delinea la personalità: donna vivace ed estroversa, capace di coinvolgere l’amica Geda nelle sue turbolente vicende sentimentali.
Il capitolo conclusivo è dedicato all’Educandato Statale Uccellis dove Geda trascorse tutta la sua vita. Ai suoi occhi il Collegio assume i toni favolosi di un luogo incantato, la cui bellezza è la scenografia privilegiata in cui l’Autrice raggiunge la sua pienezza di insegnante, di letterata e di poetessa, nel suo rapporto con le allieve che in questo antico ex monastero trovano l’ambiente più favorevole per i loro studi e la loro formazione.