Giovedì 19 maggio 2022 alle ore 18.00 in Sezione Moderna della Biblioteca Civica "V. Joppi" di Udine, l'Università Popolare di Udine organizza un incontro via Zoom con Simonetta Agnello Hornby.
La conferenza potrà essere seguita anche da casa all'indirizzo:
https://us02web.zoom.us
ID riunione personale 852 1609 7474
Passcode 790458
Simonetta Agnello Hornby è nata a Palermo nel 1945. Cittadina italiana e britannica, vive dal 1972 a Londra, dove ha svolto la professione di avvocato dei minori presso lo studio di Brixton ed è stata giudice del Tribunale dei Minori. Ha esordito con
La Mennulara (Feltrinelli, 2002, nuova edizione arricchita e graphic novel a cura di Massimo Fenati, 2019). Fra i suoi titoli più celebri,
La zia marchesa (2004),
Boccamurata (2007),
Vento scomposto (2009),
La monaca (2010),
Il veleno dell’oleandro (2013),
Il male che si deve raccontare (con Marina Calloni, 2013),
Caffè amaro (2016),
Nessuno può volare (2017),
Piano nobile (2020),
Punto pieno (2021), tutti per i tipi della Feltrinelli, oltre a
Un filo d’olio (Sellerio, 2011) e
La mia Londra (Giunti, 2014). Ha scritto con il figlio George il racconto per ragazzi
Rosie e gli scoiattoli di St. James (Giunti). Nel 2018 il presidente della Repubblica le ha conferito l’onorificenza dell’Ordine della Stella d’Italia nel grado di Grande Ufficiale.
“Le parole dette con passione tornano nel tempo ad accendere l’intelligenza delle cose”: è quanto si verifica ora, mentre Simonetta Agnello Hornby celebra vent’anni di carriera come scrittrice. Il suo esordio è stato improvviso e misterioso – apparso in sogno grazie a un ritardo del volo British Airways -, come il titolo del primo libro, La Mennulara (che in siciliano significa raccoglitrice di mandorle), la storia della cameriera Rosaria Inzerillo che si intreccia con quella della famiglia Alfaliffe, della collezione di antichità, della mafia. Ad esso è seguito La zia marchesa, protagonista di nuovo una donna, Costanza Safamita, figlia prediletta del padre e sposa infelice; e poi Boccamurata, dove al protagonista Tito si affianca la zia, Rachele, silenziosa e presentissima ben oltre il suo ruolo; e la monaca forzata, Agata Padellani di Opiri, fra Palermo e Napoli, salvata alla fine da un lord inglese, de La monaca e le bambine e le donne a Londra in Vento scomposto, prima scritto in inglese e poi interamente riscritto in italiano, e dal titolo emblematico (There is nothing wrong about Lucy). Fino a Caffè amaro - come lo beveva sua nonna, sua madre e ora anche l’autrice e uno dei suoi due figli- e alla sua prorompente Maria che inizia la trilogia della famiglia Sorci, intrecciata fra le storie personali e la storia italiana dell’ultimo secolo e mezzo, fino a Piano nobile e Punto pieno. Di queste donne (e uomini) di carta e di molto altro – del suo lavoro, di come il romanzo, un personaggio, le prende la mano, di come scriva di donne e di uomini con uguale simpatia e comprensione - parlerà l’autrice.