Agli inizi del secolo una giovanissima neozelandese, Katherine Mansfield (nata a Wellington il 14 ottobre 1888) ancora un po’ sperduta in Inghilterra dove si era trasferita nel 1903, e provvista solo di «quel tragico ottimismo che troppo spesso è l’unica ricchezza della gioventù» cominciò a scrivere storie comuni di donne (e di uomini) comuni – continuando febbrilmente sino alla morte, che l’avrebbe raggiunta, trentaquattrenne, nel 1923.
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