Esposizione promossa dal Comune di Manzano e curata da Francesca Tamburlini della Biblioteca Civica "V. Joppi ", Sezione Manoscritti e Rari.
La mostra offre una selezione della ricca documentazione presente alla Biblioteca Civica di Udine, in particolare all’interno dell’archivio di Caterina Percoto, acquisito nel 1954. Nelle carte della scrittrice si ritrovano i documenti che consentono di ricostruire la sua vita non limitatamente alla dimensione di letterata, ma anche nell’ambito privato di donna che cura gli affari di una grande e non più benestante famiglia, di patriota che, prima dell’unificazione del 1866, confida nella fine della dominazione austriaca, di ispettrice delle scuole femminili, di amica malinconica ma sempre affettuosa.
Sono esposti alcuni significativi testi sia nella loro stesura autografa sia nella forma in cui vennero conosciuti dal pubblico del tempo, su riviste e giornali o in forma di libro od opuscolo: si può pertanto vedere l’originale del suo primo lavoro, pubblicato nel 1839 sulla rivista triestina di cultura «La Favilla», i manoscritti e le relative pubblicazioni in italiano ed in friulano apparse, a volte in più puntate, su periodici locali, come ad es. il «Giornale di Udine» e «Il contadinello» e italiani, come «La Ricamatrice» di Milano e «Pensieri di donna» di Firenze, i volumi delle raccolte monografiche (Racconti, Dieci raccontini, Ventisei racconti vecchi e nuovi) che faranno conoscere ad un pubblico più vasto Caterina Percoto e che riceveranno anche dalla critica positivi riscontri. Accanto alle riviste, agli opuscoli ed ai libri, alcune testimonianze di riconoscimenti come i diplomi di Accademie e la lettera del ministro dell’Istruzione Cesare Correnti che, pochi mesi prima, aveva nominato la Percoto Ispettrice degli Istituti Femminili nelle Province Venete ed alcune epistole, a lei dirette e minute di lettere da lei vergate, che mettono in luce la fitta rete di relazioni con esponenti della cultura originari del Friuli (Prospero Antonini, Pietro Savorgnan di Brazzà, Pacifico Valussi, Pietro Zorutti) e della cultura italiana (Erminia Fuà Fusinato, Niccolò Tommaseo): tra questi anche un giovane Giovanni Verga, che nel febbraio del 1872 invia in dono alla Percoto il suo libro Storia di una capinera.