Il gioco dell'OCA

Facebook
Biblioteche interessate

Destinatari

Soggetti

Il Gioco dell'Oca è un classico gioco di percorso: i giocatori lanciano i dadi e muovono le pedine lungo un tracciato a spirale composto solitamente da 63 caselle (anche se esistono alcuni giochi con 90 caselle o con numeri di caselle differenti, questi ultimi sono però alquanto rari). Vince chi per primo raggiunge il traguardo con un tiro esatto dei dadi, se il tiro dei dadi è troppo alto si torna indietro.

Lungo il percorso sono disposte alcune caselle speciali che modificano l'avanzamento della pedina: quelle che raffigurano l'oca sono le caselle fortunate, che raddoppiano il punteggio ottenuto dai dadi e sono distribuite in due serie, di 9 in 9, partendo dalla casella 5 e dalla casella 9. Ci sono poi altre caselle che rappresentano ostacoli o vantaggi più modesti.

Non è difficile riconoscere nel percorso del gioco dell'oca il riferimento al percorso della vita, affidato al destino (il lancio dei dadi), agli eventi fortunati e negativi, alla ciclicità del tempo (percorso a spirale). L'oca stessa è un animale tenuto in grande considerazione dagli antichi.

Il primo gioco dell'oca documentato (così come noi oggi lo conosciamo) fu regalato nel 1580 dal Granduca Francesco de' Medici a Filippo II di Spagna, che ne fu così entusiasta da diffonderne la pratica nelle corti d’Europa. Non è chiara la funzione originaria del gioco: un passatempo oppure un gioco d’azzardo, ma nel corso del tempo è sicuramente diventato un classico gioco per famiglie. In un passato recente il gioco dell'oca era commercializzato con un solo foglio, i dadi erano quelli che tutti più o meno tutti avevano in casa e le pedine potevano essere ad esempio dei vecchi bottoni o altri piccoli oggetti riciclati per l'uso.

Anche se il gioco è affidato esclusivamente alla fortuna (il lancio dei dadi) e non vi è alcuna strategia può essere utile giocarci con i più piccoli per imparare a rispettare le regole, ad aspettare il proprio turno e a far di conto.

Tra i giochi della Ludoteca è presente (ed è possibile prendere a prestito) anche la versione in marilenghe: Il Zûc de ocje par furlan (2016, Istitût Ladin Furlan Pre Checo Placerean Associazione Culturale l'Antica Quercia e La contrada dell'oca, supervisione dei testi a cura dell’ARLeF).

Le tappe del classico gioco da tavolo sono scandite da disegni di luoghi e animali che richiamano il Friuli rurale, il loro nome indicato in lingua friulana è un buon modo per favorire giocando l'apprendimento della lingua friulana, ecco allora che troviamo la protagonista la ocje (l'oca), i crots (le rane), il fasan (il fagiano), il confenon (il papavero), la vacje (la mucca), ma anche Ostarie dal Timp Pierdût (Osteria del Tempo Perso), la scjale, (la scala), il poç (il pozzo), la preson (la prigione) ...

Non resta che lanciare i dadi e vedere chi per primo raggiunge la casella 63: Petade e ducj!