I rotoli della memoria

27 gennaio Udine - Biblioteca Civica "V. Joppi"

Destinatari

Soggetti

PER NON DIMENTICARE

“Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata. Mai dimenticherò quel fumo. Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto. Mai dimenticherò quelle fiamme che bruciarono per sempre la mia Fede. Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l’eternità il desiderio di vivere. Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volto del deserto. Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai. […]

Elie Wiesel, La notte
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L'esperienza di cui siamo portatori noi superstiti dei Lager nazisti è estranea alle nuove generazioni dell'Occidente, e sempre più estranea si và facendo a mano a mano che passano gli anni. Per i giovani degli anni '50 e '60, erano cose dei loro padri: se ne parlava in famiglia, i ricordi conservavano ancora la freschezza delle cose viste. Per i giovani di questi anni '80, sono cose dei loro nonni: lontane, sfumate,"storiche". Essi sono assillati dai problemi d'oggi, diversi,urgenti: la minaccia nucleare, la disoccupazione, l'esaurimento delle risorse, l'esplosione demografica, le tecnologie che si rinnovano freneticamente ed a cui occorre adattarsi. La configurazione del mondo è profondamente mutata, l'Europa non è più il centro del pianeta. [...] Per noi, parlare con i giovani è sempre più difficile. Lo percepiamo come un dovere, ed insieme come un rischio: il rischio di apparire anacronistici, di non essere ascoltati. Dobbiamo essere ascoltati: al di sopra delle nostre esperienze individuali, siamo stati collettivamente testimoni di un evento fondamentale ed inaspettato, fondamentale appunto perché inaspettato, non previsto da nessuno. […] Ci viene chiesto dai giovani, tanto più spesso insistentemente quanto più quel tempo si allontana chi erano, come erano fatti i nostri” aguzzini”. … Invece erano fatti della nostra stessa stoffa, erano esseri umani medi, mediamente intelligenti, mediamente malvagi: salvo eccezioni, non erano mostri, avevano il nostro viso, ma erano stati educati male.’

Primo Levi, I sommersi e i salvati
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“Non esiste assurdità che non possa essere vissuta con naturalezza e sul mio cammino, lo so fin d'ora, la felicità mi aspetta come una trappola inevitabile. Perché persino là, accanto ai camini, nell'intervallo tra i tormenti c'era qualcosa che assomigliava alla felicità. Tutti mi chiedono sempre dei mali, degli 'orrori': sebbene per me, forse, proprio questa sia l'esperienza più memorabile. Sì, è di questo, della felicità dei campi di concentramento che dovrei parlare loro, la prossima volta che me lo chiederanno".

Imre Kertesz, Essere senza destino
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"La minaccia per questa generazione, questo secolo, i giovani di oggi, i bambini, è il fanatismo, l'odio, l'odio razziale, l'odio religioso, l'odio etnico, l'odio culturale. E l'odio è come un cancro, quando c'è è difficile fermarlo perché contagia da cellula a cellula, da arto ad arto, da persona a persona fino alla morte. Sì, oggi abbiamo dei nemici che credono che il loro essere uomini consista nel potere di uccidere. Devono essere fermati, una volta ancora"

Da un'intervista ad Elie Wiesel, apparsa sul Corriere della Sera dopo i fatti dell'11 settembre
Le canzoni
Ad Auschwitz c’era la neve
il fumo saliva lento
nel freddo giorno d’inverno
e adesso sono nel vento
e adesso sono nel vento

Io chiedo come può l’uomo
uccidere un suo fratello
eppure siamo a milioni
in polvere qui nel vento
in polvere qui nel vento

Io chiedo quando sarà
che l’uomo potrà imparare
a vivere senza ammazzare
e il vento si poserà
e il vento si poserà

Son morto con altri cento
son morto che ero bambino
passato per il camino
e adesso sono nel vento
e adesso sono nel vento
[...]

F. Guccini-G. Carletti, Auschwitz, Canzone del bambino nel vento, 1968
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Guarda quel treno
che sta arrivando da lontano
Guarda quel treno
che sta arrivando da lontano
È nero come il fumo
e sta arrivando piano piano

Sai che cosa c'è?
Non c'è niente da vedere su quel treno
Sai che cosa c'è?
Non c'è niente da guardare dal finestrino
Solo madri senza latte
e cenere dal camino

C'è odore di bruciato
e bambini soldato sepolti in piedi
C'è odore di bruciato
e bambini soldato sepolti in piedi
[...]
Puoi pure non guardare
ma non é possibile che non vedi[...]

Francesco De Gregori. Numeri Da Scaricare In: Pezzi, 2005
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Smile, without a reason why
Love, as if you were a child
Smile, no matter what they tell you
Don’t listen to a word they say
'Cause life is beautiful that way.

Tears, a tidal-wave of tears
Light that slowly disappears
Wait, before you close the curtain
There’s still another game to play
And life is beautiful that way

Here, in his eyes forever more
I will always be as close as you remember from before

Now, that you're out there on your own

Remember, what is real and what we dream is love alone.

Testo di Noa & Gil Dor, musica di Nicola Piovani (Colonna sonara del film "La vita è bella" di Roberto Benigni