TITO MANIACCO,
(Udine, 1932–2010) ha iniziato presto la sua intensa vita intellettuale, animato da una sconfinata passione per la lettura e da un impegno a tutto campo nella scrittura. Ha scritto opere di storia fondamentali per la cultura del Friuli: I senza storia (1977-79 e 2018); L’ideologia friulana (1995 e 2011). Romanzi di alto valore umano e letterario: L’uomo dei canali (1993 e 2004); La veglia di Ceschia (2004);
Mestri di Mont (2007) e Figlio del secolo (2008).
Assiduo lettore dei grandi libri ha scritto Genesi (1999), profonda riflessione sui racconti biblici.
Molti i libri di poesia, da Stagioni in Friuli (1958) – una poesia ricca di umori, di ironia, visionaria, ‘sapienziale’, sorvegliata, ma capace di canto – fino all’ultimo libretto cordiale e luminoso, Oltris (2009), arricchito di preziosi acquarelli.
Perché Tito Maniacco è stato un grande cultore dell’arte, amico e mentore di artisti, sensibile alla musica, che spesso entra nelle sue opere.
Pubblicati postumi il poemetto Il guardiano del faro (2014) e i due racconti de La zona di confine (2017).
LO SGUARDO DELLA POESIA
È la rassegna di poeti che Pierluigi Cappello aveva ideato e diretto con generosità e profonda conoscenza dei poeti contemporanei, in collaborazione con il Centro iniziative culturali di Tarcento, per tre edizioni (2010, 2011, 2012).
Viene ora ripresa in suo nome, nell’ambito del progetto ‘Per il nuovo Margherita’.