Eleonora Antonini è nata nel 1983 a Tolmezzo. Ha vissuto a Tarcento per otto anni;
poi si è trasferita a Udine, dove ha studiato Economia
all’Università. Lavora come impiegata e vive ad Enemonzo. Le sue
passioni sono gli animali e tutto quello che è creativo. Di recente
è passata alla creazione di gioielli per cercare una nuova strada
espressiva.
L’autrice, anni or sono, in una calda giornata estiva, nota casualmente presso le vicinanze della casa dei suoi bisnonni a Stalis di Rigolato una pietra incisa con dei simboli cabalistici. Incuriosita, chiede informazioni e viene a conoscenza che quel sasso è stato portato a valle nel lontano 1800 e che proveniva dal vecchio borgo di Fauz collocato in mezzo al bosco, e rimasto lì nei secoli. Il villaggio fu abbandonato e su di esso aleggia la leggenda delle “mosche bianche”, conosciuta da pochissimi.
Questa scoperta accende in lei la curiosità di saperne di più.
Nasce così il suo primo libro, che oltre a raccontare la ricerca dell’abitato e dei suoi segreti, parla anche delle tradizioni del luogo attraverso una storia fantastica ambientata nel 1300 a Fauz, dove si intrecciano incantesimi, amori e vendette.
Il libro contiene dunque due storie, una reale dove si narra il percorso della scoperta delle proprie origini, alla quale la ragazza è molto legata, e una fantastica dove agane e folletti del bosco prendono vita.
Lungo le orme dei sentieri e dei luoghi che l’autrice percorre, ciò che emerge con evidenza, oltre alla bellezza della natura del luogo, è l’amore per la Carnia, del passato e del presente.